martedì 30 ottobre 2012

Editing del mio 3° Capitolo

Vorrei aprire una nuova rubrica dove inserirò tutte le correzione editing che il  mio Editor  fa per ogni  capitolo  del mio romanzo in lavorazione. Potrebbero servire anche a voi!!!

COMMENTI:
Come ti ho già anticipato questo è un capitolo che mi ha coinvolto. Lo trovo ben strutturato, è buona la sequenza degli eventi, sono interessanti i personaggi. È un capitolo vivo. Drammatico, ma con qualche battuta "ad hoc" per alleggerire la narrazione. Un buon lavoro nei contenuti.
I difetti maggiori li ho trovati nella forma. Ti scrivo qualche indicazione, corredata da esempi.

LINGUAGGIO: Lo stile deve essere ovviamente personale ma anche adeguato alla storia. Se scrivi un racconto di vita vissuta, narrato in prima persona, la cosa migliore è usare parole semplici, frasi dirette ed efficaci.

“Speriamo che sia il posto giusto”, enunciai.

Quell'enunciai stona perché è un termine troppo aulico per il contesto. Si enuncia un teorema; se stai parlando con tua madre puoi semplicemente dire o affermare.

"la sala brulicava di anziani"

A parte che brulicare è un termine più adatto agli insetti che alle persone, perché non dire semplicemente che la sala era piena di anziani?

"ogni volta che  ficcava il boccone  in bocca"
"uscendo dal portafogli un fascio di soldi"

Al contrario queste due frasi sono troppo gergali. Possono andar bene parlando, ma scritte stonano un po' (anzi, uscire, nel senso di tirare fuori, è proprio scorretto).

COERENZA: ci deve essere coerenza all'interno della storia (una corretta sequenza di eventi) e coerenza nel comportamento e nelle parole dei personaggi.

"aprii la borsa e gli diedi la penna"

Se nel parlato è accettabile (chiunque capisce che la borsa l'hai aperta per prendere la penna che c'era all'interno) nella forma scritta tuttavia non è corretto, perché manca sequenzialità. È come scrivere: alzai il braccio e contai fino a cento. Qual è il legame tra le due azioni?

“No grazie, resto qui, tra un po’ arriva la cena. Scendo giù in mensa.”

Qui il personaggio si contraddice, perché dice prima di restare qui e poi di scendere.

“Consiste nell’iniezione di anestetici direttamente sui ginocchi, per eliminare l’infiammazione.”

Qui Aziz usa una terminologia medica e una proprietà di linguaggio che non ha né prima né dopo. È quantomeno sorprendente che riesca a esprimersi così.

PARTI NON NECESSARIE: a volte si scrive troppo e rileggendo bisogna chiedersi tutto ciò che è scritto è funzionale alla storia. Magari ci sono termini che appesantiscono il discorso (molto spesso quelli con il suffisso -mente) o frasi che spezzano la narrazione senza aggiungere nulla

"Delle voci stridule, esattamente dei lamenti, si espandevano nell’aria"

Se erano esattamente dei lamenti perché non chiamarli subito per quello che sono?

"Mi avvicinai al ragazzo ed educatamente gli tesi la mano e mi presentai"

Se ti avvicini, tendi la mano e saluti è implicito che sei educata, non c'è bisogno di dirlo.

"gli diedi la penna e un pezzo di carta che strappai da un foglio pubblicitario che tenevo in borsa da giorni in attesa di buttarlo via. Lui iniziò a scrivere."

Che importanza ha se la carta era un foglio pubblicitario e se lo tenevi in borsa da giorni o da mesi? È un inciso che non aggiunge nulla e distoglie dall'azione principale.

MIO TUO SUO: Quando è chiaro a chi ci si riferisce è meglio ometterli, perché appesantiscono il discorso.

"I miei cinque centimetri in più le consentirono di affondare la sua testa sulla mia spalla."

Quel "le consentirono" (consentirono a lei) è già riferito a tua madre quindi la testa che affonda nella spalla non può che essere sua. Il mia invece è necessario perché, se non specifichi che la spalla è tua, per quanto possa sembrare una posizione da fachiri, si potrebbe pensare che la pieghi sulla sua stessa spalla.

(Yukie)

4 commenti:

  1. Ciao, sono molto felice di essere qui.
    Questo post è molto utile per chi, come me, è un aspirante scrittore.
    Il mio blog racconta una storia semplice, non ancora terminata.
    Mi piacerebbe, un giorno, poterla pubblicare, ma non so come muovermi in questo campo.
    Mi piacerebbe qualche dritta.
    Anch'io ti metto tra i miei preferiti.
    Ciao.

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    1. Ti avevo risposto da me, ma poi ho pensato che non andassi a vedere.
      Mi piacerebbe molto avere qualche consiglio e anche un parere spassionato su quello che scrivo, anche se non vuoi leggere tutto.
      Mi rendo conto, è una bella fatica.
      La mia email è ataeppurescrivo@ymail.com

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  2. Ciao!
    interessante questa rubrica.
    A me invece piacerebbe tantissimo fare l'editor! deve essere davvero un bel lavoro... :)

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  3. Osservazioni utili, grazie per averle condivise, Patty.

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