sabato 25 agosto 2012

Letteratura tutto di tutto




1. IL NARRATORE, IL PUNTO DI VISTA, LA FABULA, L’INTRECCIO

Autore                          l’uomo reale nato e vissuto in un determinato tempo, che ha scritto una o più opere
Narratore                     la voce che dice io nel racconto o che in terza persona è responsabile della narrazione
Narratore interno       colui che dice io, anzi che è protagonista della storia         autobiografia
Narratore esterno       colui che si attiene a raccontare le vicende dei personaggi, senza dire come è entrato in possesso delle informazioni che fornisce
Omniscente                  punto di vista del narratore che sa tutto di tutti, che può muoversi liberamente all’interno del testo
Focalizzazione             adozione di un punto di vista particolare. Può essere:
focalizzazione esterna   ammette solo la registrazione dei dialoghi e la descrizione dei gesti del personaggio; rende la narrazione enigmatica, oggettiva, impersonale
focalizzazione interna    adotta il punto di vista del personaggio
fabula                           insieme dei fatti così come sono accaduti nella realtà
intreccio                       l’ordine in cui i fatti della fabula sono stati organizzati dall’autore. Nell’intreccio l’ordine di presentazione degli avvenimenti non è necessariamente quello logico: la sua funzione è quella di sottolineare o attenuare certi eventi della storia
flash bach o analessi   ricostruzione dei fatti già accaduti che l’autore può inserire nel momento più opportuno
prolessi                         una qualsiasi manovra del discorso che consista nel raccontare in anticipo un evento ulteriore        



2. DESCRIZIONI, EVENTI, TEMPI VERBALI
durata                        tempo reale in cui i fatti sono accaduti
scena                             rappresentazione che “convenzionalmente realizza l’uguaglianza di tempo fra racconto e storia”. Le due componenti sono il dialogo e le azioni fisiche
ellissi                             vuoti nella narrazione che si esprimono con formule del tipo ”anni dopo” o “dopo qualche tempo”. L’autore tralascia di raccontare uno o più fatti, per cui il discorso si ferma, benché il tempo continui a passare nella storia
riassunto o sommario  ricostruzione rapida di fatti che riguardano periodi di tempo molto lunghi
pausa                            interruzione della narrazione con una descrizione o con l’inserimento di elementi che rallentano il ritmo della storia
estensione                     produce un tempo del discorso più lungo del tempo della storia, con l’analisi di vicende interiori o di pensieri

TEMPI VERBALI
Bisogna distinguere i tempi che costituiscono lo sfondo della storia (imperfetto) e i tempi del primo piano narrativo (passato remoto). In un racconto solitamente i due tempi sono mescolati.
passato remoto            segnala l’azione principale della narrazione, con la messa a fuoco di determinati fatti
imperfetto                    in questo tempo verbale c’è un aspetto durativo che lo rende adatto alle descrizioni e alle situazioni che non si esauriscono immediatamente. Permette al lettore di orientarsi nella scena, con descrizioni, illustrazioni, circostanze accessorie, opinioni e riflessioni

A questi tempi si contrappongono i tempi commentativi (presente, passato prossimo, futuro) usati dall’autore per esporre analisi, considerazioni...


3. I PERSONAGGI E I LORO PENSIERI
I personaggi sono coloro che popolano i romanzi e i racconti.
Nella prima metà del nostro secolo, Edward Forster ha distinto l’uomo personaggio della vita e l’uomo personaggio di romanzo:
  • L’homo fictus è l’uomo fabbricato, l’uomo inventato, che nasce tra le quinte e che è capace di morire in scena. Possiamo sapere i suoi sentimenti, i moti dell’animo e del cuore... Il personaggio prende forma nel testo, si stacca della pagina e rimane con noi: tra i lettore e l’autore si crea un rapporto di cooperazione e fiducia. Questa cooperazione porta il lettore a trarre dal testo quello che il testo non dice, a completare semplici indizi dell’autore.
  • Il narratore interno è colui che conosce solo i fatti cui partecipa o assiste direttamente
  • Il narratore esterno è colui che crea un effetto di imparzialità e di obiettività; la sua è una posizione che lo mette “sopra” tutti i personaggi.

Per far parlare i personaggi ci sono vari metodi:
  • il discorso diretto è usato nei dialoghi e riproduce esattamente le parole pronunciate dai personaggi
  • il discorso indiretto riferisce le parole dei personaggi “indirettamente”, facendole dipendere da verbi come dire, rispondere.
  • il discorso indiretto libero è una forma di resoconto dei personaggi riportati dal narratore senza ricorrere ai verbi reggenti. L’indiretto libero è la forma con cui il narratore si immedesima nel personaggio.
  • il monologo interiore si ha quando il personaggio fa riferimento a se stesso in prima persona



4. SUSPENSE E SORPRESA
Suspense e sorpresa Þ meccanismi tecnici e psicologici particolari che possono essere utilizzati in ogni tipo di racconto
Suspense Þ mezzo più potente per tenere viva l’attenzione del lettore.
                 Þ non è necessariamente legata alla paura
                 Þ forma dilatata di attesa
                 Þ per produrla è indispensabile che il lettore sia perfettamente informato di tutti gli elementi in gioco
                 Þ provoca grande coinvolgimento del lettore
                 Þ spesso viene ottenuta adottando un punto di vista particolare, che lascia ampio spazio alle congetture del lettore, suscitando la sua curiosità; oppure tacendo certi antefatti in modo che sia impossibile capire ciò che sta succedendo
Sorpresa Þ un qualcosa che non si attendeva, basato su rivelazioni che il lettore non aveva supposto o immaginato
                 Þ si può trovare nella fase conclusiva del racconto
                 Þ può costituire l’inizio di una nuova attesa
Ironia Þ tecnica molto diffusa che si basa sull’ambiguità degli aspetti semantici e delle intenzioni dello scrittore
            Þ lo scrittore sembra voglia burlarsi di qualcuno
            Þ sgonfiamento dell’enfasi, del prendersi sul serio
            Þ in stretto rapporto con l’umorismo



1. GLI ELEMENTI COSTITUITIVI
TEMI
  • Il racconto ha come sua caratteristica il fatto di essere breve e di consentire al lettore un controllo mnemonico totale degli elementi narrativi. Il romanzo, invece, può contemplare ampie disgressioni, elementi accessori o ridondanti.
Nei racconti psicologici troviamo grande varietà di argomenti; l’elemento comune fra tutti è costituito da una presentazione della storia più attenta all’analisi dei personaggi e alla ripercussione dei fatti su di loro, piuttosto che ai fatti stessi.
  • RICORDI, CONFESSIONI: temi che ci rimandano a vicende già accadute e rivissute
  • FATTI QUOTIDIANI: è la vita colta nei suoi aspetti quotidiani
  • LA PAZZIA, I DISTURBI DELLA PERSONALITA': anche prendere in esame casi particolari aiuta a capire la realtà. Non è l’aspetto patologico della malattia che interessa, quanto la possibilità di ampliare la conoscenza sull’uomo
  • SITUAZIONI ENIGMATICHE: si tratta di vicende che presentano situazioni fuori dalla norma

LE TECNICHE
Ogni racconto presuppone qualcuno che ha scritto la storia e ha creato la voce che la narra al lettore. Nelle storie in cui il narratore è esterno sappiamo che può cercare di rimanere imparziale e al di sopra dei fatti. Il narratore può scegliere di calarsi più intimamente nella vicenda narrata, intromettendosi ed esprimendo giudizi e commenti. E’ utile, poi, riconoscere da quale punto di vista vengono osservati e presentati gli eventi.
La differenza del punto di vista comporta scelte diverse sul piano delle tecniche narrative.
ß
procedimenti sintattici e scelte linguistiche che il narratore attua in relazione alle intenzioni
In ogni narrazione esiste un tempo della storia e un tempo del discorso
ß                                        ß
quello in cui accadono le vicende        quello in cui il narratore sta raccontando le vicende
Il rapporto tra questi due tempi determina delle scelte nell’esposizione della storia.
Anche i tempi verbali svolgono una specifica funzione, mettendo in risalto la durata di certi avvenimenti o la loro momentaneità.

I LUOGHI
Nel racconto gli eventi rappresentano l’elemento dinamico di una storia e si intrecciano con la rappresentazione dello spazio. Narrazione e descrizione sono strettamente connesse e di fatto lo spazio non è mai casuale.
Leggendo un libro ciascuno di noi si crea una propria immagine dei luoghi: per questo si dice che la rappresentazione verbale è astratta.
Alcune storie sono ambientate in situazioni o luoghi quasi simbolici della vita interiore del personaggio o della mentalità collettiva: assume un rilievo talmente forte da divenire in un certo senso un vero e proprio personaggio.

I PERSONAGGI
E’ molto difficile immaginare un racconto senza personaggi. Il personaggio è l’elemento centrale della narrazione. Non è quasi mai solo o isolato nella vicenda narrata: è per lo più coinvolto in una trama di rapporti dai quali emergono nuove informazioni che lo fanno conoscere più da vicino.





2. DESCRIZIONI, EVENTI, TEMPI VERBALI
durata                        tempo reale in cui i fatti sono accaduti
scena                             rappresentazione che “convenzionalmente realizza l’uguaglianza di tempo fra racconto e storia”. Le due componenti sono il dialogo e le azioni fisiche
ellissi                             vuoti nella narrazione che si esprimono con formule del tipo ”anni dopo” o “dopo qualche tempo”. L’autore tralascia di raccontare uno o più fatti, per cui il discorso si ferma, benché il tempo continui a passare nella storia
riassunto o sommario  ricostruzione rapida di fatti che riguardano periodi di tempo molto lunghi
pausa                            interruzione della narrazione con una descrizione o con l’inserimento di elementi che rallentano il ritmo della storia
estensione                     produce un tempo del discorso più lungo del tempo della storia, con l’analisi di vicende interiori o di pensieri

TEMPI VERBALI
Bisogna distinguere i tempi che costituiscono lo sfondo della storia (imperfetto) e i tempi del primo piano narrativo (passato remoto). In un racconto solitamente i due tempi sono mescolati.
passato remoto            segnala l’azione principale della narrazione, con la messa a fuoco di determinati fatti
imperfetto                    in questo tempo verbale c’è un aspetto durativo che lo rende adatto alle descrizioni e alle situazioni che non si esauriscono immediatamente. Permette al lettore di orientarsi nella scena, con descrizioni, illustrazioni, circostanze accessorie, opinioni e riflessioni

A questi tempi si contrappongono i tempi commentativi (presente, passato prossimo, futuro) usati dall’autore per esporre analisi, considerazioni...


3. I PERSONAGGI E I LORO PENSIERI
I personaggi sono coloro che popolano i romanzi e i racconti.
Nella prima metà del nostro secolo, Edward Forster ha distinto l’uomo personaggio della vita e l’uomo personaggio di romanzo:
  • L’homo fictus è l’uomo fabbricato, l’uomo inventato, che nasce tra le quinte e che è capace di morire in scena. Possiamo sapere i suoi sentimenti, i moti dell’animo e del cuore... Il personaggio prende forma nel testo, si stacca della pagina e rimane con noi: tra i lettore e l’autore si crea un rapporto di cooperazione e fiducia. Questa cooperazione porta il lettore a trarre dal testo quello che il testo non dice, a completare semplici indizi dell’autore.
  • Il narratore interno è colui che conosce solo i fatti cui partecipa o assiste direttamente
  • Il narratore esterno è colui che crea un effetto di imparzialità e di obiettività; la sua è una posizione che lo mette “sopra” tutti i personaggi.

Per far parlare i personaggi ci sono vari metodi:
  • il discorso diretto è usato nei dialoghi e riproduce esattamente le parole pronunciate dai personaggi
  • il discorso indiretto riferisce le parole dei personaggi “indirettamente”, facendole dipendere da verbi come dire, rispondere.
  • il discorso indiretto libero è una forma di resoconto dei personaggi riportati dal narratore senza ricorrere ai verbi reggenti. L’indiretto libero è la forma con cui il narratore si immedesima nel personaggio.
  • il monologo interiore si ha quando il personaggio fa riferimento a se stesso in prima persona



4. SUSPENSE E SORPRESA
Suspense e sorpresa Þ meccanismi tecnici e psicologici particolari che possono essere utilizzati in ogni tipo di racconto
Suspense Þ mezzo più potente per tenere viva l’attenzione del lettore.
                 Þ non è necessariamente legata alla paura
                 Þ forma dilatata di attesa
                 Þ per produrla è indispensabile che il lettore sia perfettamente informato di tutti gli elementi in gioco
                 Þ provoca grande coinvolgimento del lettore
                 Þ spesso viene ottenuta adottando un punto di vista particolare, che lascia ampio spazio alle congetture del lettore, suscitando la sua curiosità; oppure tacendo certi antefatti in modo che sia impossibile capire ciò che sta succedendo
Sorpresa Þ un qualcosa che non si attendeva, basato su rivelazioni che il lettore non aveva supposto o immaginato
                 Þ si può trovare nella fase conclusiva del racconto
                 Þ può costituire l’inizio di una nuova attesa
Ironia Þ tecnica molto diffusa che si basa sull’ambiguità degli aspetti semantici e delle intenzioni dello scrittore
            Þ lo scrittore sembra voglia burlarsi di qualcuno
            Þ sgonfiamento dell’enfasi, del prendersi sul serio
            Þ in stretto rapporto con l’umorismo



1. GLI ELEMENTI COSTITUITIVI
TEMI
  • Il racconto ha come sua caratteristica il fatto di essere breve e di consentire al lettore un controllo mnemonico totale degli elementi narrativi. Il romanzo, invece, può contemplare ampie disgressioni, elementi accessori o ridondanti.
Nei racconti psicologici troviamo grande varietà di argomenti; l’elemento comune fra tutti è costituito da una presentazione della storia più attenta all’analisi dei personaggi e alla ripercussione dei fatti su di loro, piuttosto che ai fatti stessi.
  • RICORDI, CONFESSIONI: temi che ci rimandano a vicende già accadute e rivissute
  • FATTI QUOTIDIANI: è la vita colta nei suoi aspetti quotidiani
  • LA PAZZIA, I DISTURBI DELLA PERSONALITA': anche prendere in esame casi particolari aiuta a capire la realtà. Non è l’aspetto patologico della malattia che interessa, quanto la possibilità di ampliare la conoscenza sull’uomo
  • SITUAZIONI ENIGMATICHE: si tratta di vicende che presentano situazioni fuori dalla norma

LE TECNICHE
Ogni racconto presuppone qualcuno che ha scritto la storia e ha creato la voce che la narra al lettore. Nelle storie in cui il narratore è esterno sappiamo che può cercare di rimanere imparziale e al di sopra dei fatti. Il narratore può scegliere di calarsi più intimamente nella vicenda narrata, intromettendosi ed esprimendo giudizi e commenti. E’ utile, poi, riconoscere da quale punto di vista vengono osservati e presentati gli eventi.
La differenza del punto di vista comporta scelte diverse sul piano delle tecniche narrative.
ß
procedimenti sintattici e scelte linguistiche che il narratore attua in relazione alle intenzioni
In ogni narrazione esiste un tempo della storia e un tempo del discorso
ß                                        ß
quello in cui accadono le vicende        quello in cui il narratore sta raccontando le vicende
Il rapporto tra questi due tempi determina delle scelte nell’esposizione della storia.
Anche i tempi verbali svolgono una specifica funzione, mettendo in risalto la durata di certi avvenimenti o la loro momentaneità.

I LUOGHI
Nel racconto gli eventi rappresentano l’elemento dinamico di una storia e si intrecciano con la rappresentazione dello spazio. Narrazione e descrizione sono strettamente connesse e di fatto lo spazio non è mai casuale.
Leggendo un libro ciascuno di noi si crea una propria immagine dei luoghi: per questo si dice che la rappresentazione verbale è astratta.
Alcune storie sono ambientate in situazioni o luoghi quasi simbolici della vita interiore del personaggio o della mentalità collettiva: assume un rilievo talmente forte da divenire in un certo senso un vero e proprio personaggio.

I PERSONAGGI
E’ molto difficile immaginare un racconto senza personaggi. Il personaggio è l’elemento centrale della narrazione. Non è quasi mai solo o isolato nella vicenda narrata: è per lo più coinvolto in una trama di rapporti dai quali emergono nuove informazioni che lo fanno conoscere più da vicino.



LA SCOMPOSIZIONE IN SEQUENZE

DEFINIZIONE DI SEQUENZA
E’ un segmento del testo, breve o ampio, che contiene un gruppo di eventi o un insieme di informazioni convergenti su un unico tema. La sequenza, dunque, è un’unità di contenuto coerente, sufficientemente autonoma dalle sequenze vicine anche se ad esse connessa.

I CONFINI DELLA SEQUENZA
La suddivisione di un testo in sequenze, se pur entro certi limiti, è un fatto piuttosto soggettivo; pertanto non deve essere intesa rigidamente, corretta o sbagliata in modo indiscutibile. In un testo narrativo, possono essere considerati sequenze:
  • la presentazione dei luoghi e dei personaggi
  • la partenza dell’eroe
  • l’incontro con l’antagonista
  • le pause descrittive o riflessive
  • i sommari introduttivi e di collegamento
Anche se i confini della sequenza possono essere variamente interpretati dal lettore, il passaggio da una sequenza a quella successiva è in genere segnalato da:
  • un cambiamento di tempo (due giorni dopo)
  • un cambiamento di luogo (dopo la sentenza il giudice rientrò a casa)
  • l’entrata o l’uscita di scena di uno o più personaggi
  • un cambiamento delle modalità narrative (dalla narrazione alò dialogo tra personaggi; da una descrizione ad una riflessione; dalla scena ad un sommario)
  • variazione significativa del contenuto, cioè il passaggio da un tema ad un altro
Come si vede, tra una sequenza e l’altra ci deve essere una differenza significativa o di contenuto o di forma e il passaggio è sempre segnalato da una variazione rispetto alla sequenza precedente, da uno stacco simile a quello di una macchina da presa che passa da una scena all’altra.
Una volta individuata, la sequenza deve essere nominata, occorre cioè dare un nome al tema dominante che le sta dietro mediante:
  • una breve frase sintetica (soggetto, verbo, complemento)
  • una frase nominale, cioè senza verbo
  • una funzione

VARI TIPI DI SEQUENZE
Le sequenze, a seconda del particolare significato di cui sono portatrici, si dividono in:
  • narrative Þ raccontano nel loro svolgimento le azioni e gli avvenimenti che formano la storia; dunque focalizzano i mutamenti del discorso
  • descrittive Þ descrivono personaggi, oggetti, situazioni, ambienti e luoghi in cui si svolgono le vicende
  • espressive Þ presentano emozioni, stati d’animo, sensazioni, atmosfere
  • riflessive Þ riportano i giudizi, le opinioni, le riflessioni dei singoli personaggi o del narratore intorno alla vicenda
  • dialogate Þ riportano i dialoghi dei personaggi




LE SEQUENZE NARRATIVE
  • Raccontano azioni e avvenimenti
  • Hanno un carattere dinamico, perché mettono in moto l’azione narrativa e contribuiscono a farla procedere nel tempo
  • Costituiscono l’ossatura portante della storia

LE SEQUENZE DESCRITTIVE, ESPRESSIVE E RIFLESSIVE
  • Svolgono un compito complementare, cioè integrano la nuda esposizione dei fatti
  • Hanno un carattere statico: infatti quando si descrivono luoghi o personaggi o si riflettono le opinioni, le idee dei personaggi o del narratore, si determina un momento di pausa nell’azione narrativa in atto. Queste sequenze determinano il funzionamento del racconto
  • Assolvono a diverse funzioni:
  • per quanto riguarda il contenuto:
  • portano informazioni dirette o indirette sui personaggi
  • chiarificano l’agire dei personaggi
  • legano, con nessi profondi, uno o più personaggi con un ambiente un paesaggio o un catalogo di oggetti
  • per quanto riguarda le strutture e l’organizzazione del materiale:
  • talvolta aprono il racconto annunciando il movimento dell’opera, il clima (drammatico, malinconico, aristocratico) in cui si inquadrano i personaggi e i fatti
  • determinano una pausa distensiva quando, rallentando l’azione, costringono a volgere lo sguardo verso l’ambiente descrittivo, dopo un susseguirsi di eventi
  • creano tensione e suspense quando bloccano l’azione in un punto critico (racconti gialli) ritardandone così lo svolgimento

MICROSEQUENZE, SEQUENZE, MACROSEQUENZE
La sequenza può essere scomposta in unità più piccole, le microsequenze. Infatti se la sequenza contiene un gruppo di eventi o di informazioni, ogni evento del segmento narrativo, ogni informazione può dare origine ad una microsequenza.
Attorno al tema dominante dunque convergono unità minime di contenuto che si aggregano in una unità di contenuto più complessa, la sequenza.
A sua volta la sequenza si interseca con altre sequenze per formare un organismo più complesso e articolato, la macrosequenza.
Più macrosequenze costituiscono un racconto o un romanzo.
Su questa base possiamo riscrivere l’ossatura analitica di un testo se nomineremo le microsequenze; più sintetica se nomineremo le sequenze; generalizzante se nomineremo solo le macrosequenze.


2. GLI ELEMENTI COSTITUITIVI
I TEMI
  • LA PAURA:
  • è un elemento insostituibile e permanente della nostra vita
  • reazione emotiva alla percezione di un pericolo
  • quando si ha paura:
  • si rimane immobili
  • si diventa pallidi
  • si suda freddo
  • i peli si rizzano
  • la bocca diventa secca
  • le pupille si dilatano
  • i muscoli o si irrigidiscono o sono portati a movimenti convulsivi
  • si trema
  • si ha un’accelerazione del battito cardiaco
  • disturbi all’apparato gatro-intestinale e genito-urinario.
  • tutti questi disturbi dipendono dal grado di emotività di un individuo, ma anche dalla cultura che si ha ricevuto
  • si distingue dall’angoscia che è la prima a sorgere in presenza di un pericolo reale e che è nociva, perché disorganizza i comportamenti di chi ne soffre
  • è utile, perché consente all’individuo di scongiurare il pericolo
  • I DISTURBI DELLA PERSONALITA’: la follia è intesa come esperienza conoscitiva, oltre che come fenomeno patologico. E’ la conoscenza del limite, oltre il quale c’è la lacerazione, la spaccatura della schizofrenia.
  • IL DOPPIO:
  • è l’immagine di noi stessi che appare agli occhi di tutti quando non dovrebbe essere vista e che non compare quando dovrebbe essere visibile
  • è la sensazione di una presenza invisibile
  • è la parte integrante di noi stessi di cui dobbiamo temere la fuga
  • è l’entità capace di assumersi i nostri dolori e di darci l’estasi
  • L’ENIGMA: l’affermarsi in un mondo ordinato, disposto, descritto, di un’entità inqualificabile, che arreca turbamento senza poter essere definito
  • IL COMPARIRE DI UN ESSERE SEDUCENTE O MINACCIOSO: cosa impalpabile, senza nome, ibrido o deforme, capace di porsi al di là della morte e dell’umana esistenza

LE TECNICHE
  • LA NOVELLA:
  • è legata all’azione
  • ha due caratteristiche:
  • la sua origine
  • la tendenza a legare saldamente i suoi episodi
  • l’autore rimarrà fedele all’unità d’azione, di luogo, di tempo e di effetto
  • LA STRUTTURA: può essere rappresentata come una linea ascendente che conduce al punto culminante. Per arrivare a questo punto l’autore cerca di intervenire prima in modo vago, poi sempre più direttamente
  • L’AMBIGUITA’ E L’ESITAZIONE: il fantastico prospetta situazioni incerte, indefinibili che si presta ad un doppio senso e procurano imbarazzo o esitazione nel lettore e/o in qualche personaggio. L’ambiguità può essere resa attraverso due processi di scrittura:
  • imperfetto
  • modalizzazione Þ consente l’uso di certe locuzioni introduttive che modificano la relazione tra il soggetto dell’enunciato e l’enunciato
L’ambiguità, attraverso i procedimenti di suspense e sorpresa, può mantenersi fino alla fine o sciogliersi dopo una spiegazione razionale o soprannaturale dei fatti narrati
  • L’AMBIENTE E L’ATMOSFERA: i primi autori cercarono di creare un ambiente propizio alla paura. Creare un ambiente, un’”atmosfera” è ancora occupazione di molti scrittori.
In seguito molti autori scoprirono come fosse conveniente fare in modo che in un mondo credibile accadesse un fatto incredibile: l’effetto risultava più forte. Nasce allora la tendenza realistica della lettura fantastica.
  • IL NARRATORE: il narratore interno si addice al fantastico, perché mantiene uno statuto ambiguo e alimenta dubbi e incertezze. Il narratore può anche assumere l’apparenza discreta di un presentatore, di un testimone
  • IL NARRATORE-PROTAGONISTA: racconta spinto da diversi motivi:
  • confessione che giustifica una scomparsa o delitto
  • volontà di mettere in guardia il mondo intero
  • estremo tentativo di chiarificazione
  • IL NARRATORE-ESTERNO: racconta in terza persona e può mantenersi distante dalle vicende o assumere un punto di vista privilegiato
  • I DESTINATARI ESPLICITI: attivano al massimo e aumentano la finzione narrativa e sollecitano e facilitano l’atto di identificazione del lettore


I LUOGHI
  • L’universo fantastico è abituale al lettore. I luoghi del fantastico appaiono accessibili. Solo raramente si ricorre a scenari esotici.
  • LA CASA: è sovente nel chiuso delle mura domestiche che l’evento fantastico si sviluppa. Gli oggetti usuali diventano i testimoni più attendibili del reale accadere dell’avvenimento narrato.


I PERSONAGGI
  • I PROTAGONISTI: le novelle fantastiche sono scomponibili in due ampi settori:
  • fantastico classico: i protagonisti possono essere figure convenzionali che inconsapevolmente disturbano qualcuno o qualcosa che sembra paziente, ma implacabile in secolare attesa, oppure rappresentanti del mondo razionale.
  • fantastico interiore: presenta personalità doppie, lacerate e personaggi che non conoscono nessun equilibrio fra mente e sensi e sono spesso tormentati dafissazioni e ossessioni.
Il fantastico interiore non illustra delineate personalità, ma figure ambigue, sull’orlo della pazzia, segnate da esperienze irripetibili. Il protagonista del fantastico interiore è un eroe vittima che trova la sua unica salvezza nella narrazione.
  • LE AMBIGUE FIGURE TRA LO STRANO E IL MERAVIGLIOSO: simbolo del turbamento interiore della vittima, figure reali che con la loro presenza sanciscono la rottura delle leggi razionali.
  • I MOSTRI: i processi di formazione del mostruoso sono due:
  • per deformazione, ovvero moltiplicando o eliminando qualche elemento dell’essere scelto
  • per ibridazione, ovvero componendo un nuovo essere a partire da due generi o specie diversi


3. GLI ELEMENTI COSTITUITIVI
I TEMI
  • L’AMORE: i teorici hanno discusso sulla natura dell’amore, sottolineandone gli aspetti positivi, negativi e contradditori. Per Sternberg l’amore deve essere considerato il risultato di tre componenti.


  • l’intimità si riferisce ai sentimenti di confidenza, unione, affetto. Sono stati individuati 10 segnali di intimità:
  • desiderio di contribuire al benessere materiale della persona amata
  • sentirsi felici con la persona amata
  • avere una profonda stima della persona amata
  • poter contare sulla persona amata
  • darsi reciproca comprensione
  • condividere tutto con la persona amata
  • ricevere sostegno emotivo dalla persona amata
  • dare alla persona amata sostegno emotivo
  • comunicare alla persona amata i sentimenti più intimi
  • considerare il rapporto con la persona amata come qualcosa di grande valore
  • la passione riguarda gli impulsi che portano a vivere una storia d’amore:
  • attrazione fisica
  • rapporti sessuali
  • simpatia all’interno di una relazione amorosa
  • la decisione/impegno è formata da due elementi
  • la decisione di amare qualcuno (a breve termine)
  • impegno a conservare vivo l’amore (a lungo termine)


L’amore romantico si configura come un amore intenso ed emotivo, ma irrealizzabile.
L’amore fatuo è caratterizzato da rapporti alla Hollywood, destinati a durare poco.
Anche l’infatuazione è temporanea. E’ un amore in cui si realizza un’idealizzazione.
La forma amorosa destinata a durare nel tempo è l’amore amicizia dove anche se la passione comincia a sfumare rimangono l’intimità e l’impegno

  • IL TEMPO DELL’AMORE: bisogna vedere lo svolgersi temporale del rapporto amoroso in due diversi territori:
  • la finzione romanzesca del romanzo rosa. La sua formula si può sintetizzare in una serie fissa di sequenze:
  • eroina povera
  • eroe nobile
  • peripezie dell’eroina
  • salvataggio dell’eroina da parte dell’eroe
  • agnizione o rivelazione
  • lieto fine
  • la realtà sociologica. La coppia può attraversare 5 possibili fasi:
  • semplice conoscenza
  • sviluppo della relazione: i partner provano una reciproca attrazione fisica
  • consolidamento: si forma la coppia ed è la fase che segue immediatamente il patto d’amore
  • deterioramento: qualcosa nel rapporto comincia ad incrinarsi
  • fine della relazione: possibile per cause naturali o decisione di rompere il rapporto


LE TECNICHE
  • IL NARRATORE: il soggetto amoroso non può scrivere egli stesso il suo romanzo, perché rischierebbe di rendere il racconto banale e futile. E’ necessario che il narratore esterno adotti una focalizzazione multipla e che sia distaccato, analitico, capace di dare un ordine al discorso dell’innamorato.
  • L’OSTACOLO: la dialettica dell’ostacolo è comune a tutta le letteratura d’amore. La differenza sta nel fatto che:
  • nella letteratura alta l’ostacolo è in qualche modo interno alla struttura del rapporto
  • nel romanzo rosa l’amore è diretto, assoluto, eterno, corrisposto. L’amore non corrisposto si può avere solo sotto forma dell’equivoco; l’ostacolo è così esterno. Anche qui ci sono delle differenze:
  • nel rosa classico l’equivoco ha a che fare con vicende macroscopiche che causano impedimenti oggettivi
  • nel rosa contemporaneo ci si accontenta di vicissitudini più modeste. Frequentemente l’ostacolo è psicologico, causato da fraintendimenti dei sentimenti dell’altro.


I LUOGHI
Non esiste un luogo particolarmente affine al nascere e allo svilupparsi del sentimento amoroso. E’ l’amore a rendere particolare, unico un luogo



I PERSONAGGI
L’innamorato:
  • è il personaggio principale dei racconti d’amore
  • proietta sull’essere amato tutto un insieme di qualità rendendolo dotato di caratteristiche straordinarie che lui stesso ha creato. La persona amata è una semplice proiezione fantastica della psiche dell’innamorato [Stendhal]
  • si concentra ossessivamente su una persona, cioè soffre di una malattia dell’attenzione
  • può riconoscere il proprio stato nel tumulto d’angoscia suscitato dall’attesa dell’essere amato. E’ colui che aspetta