mercoledì 21 dicembre 2011

martedì 20 dicembre 2011

10 Consigli per scrivere un (potenziale) bestseller

Non abbiamo certo la presunzione di condizionare il tuo modo di scrivere ma desideriamo offrirti, attraverso le parole di personaggi più o meno noti (da Giusti a Pascal, da Canetti a Catone e non solo), dieci consigli che potrebbero essere utili a districare la matassa di pensieri che puntualmente si crea attorno alla fatidica domanda: “… e se scrivessi un romanzo?”.
1) “Il fare un libro e’ meno che niente / se il libro fatto non rifà la gente” (G. Giusti). Parti da questo principio: se chi leggerà il tuo (futuro) libro non resterà appagato da un valore emozionale aggiunto, sarà come se non l’avesse letto e, molto probabilmente, non ripeterà l’errore. Il primo pensiero di chiunque scriva (per il gusto di essere letto, ovviamente), dovrebbe essere: ho veramente qualcosa da dire?
2) “Se conosci bene l’argomento, le parole verranno” (Catone). Non penserai davvero che scrivere un libro significhi semplicemente scrivere! Leggere altri autori e documentarsi minuziosamente sugli argomenti dei quali tratterai è un fattore imprescindibile per creare un meccanismo letterario oliato e funzionante, indipendentemente dal genere scelto.
3) “Quando uno scrittore dice ‘il mio libro’, farebbe meglio a parlare del ‘nostro libro’, poiché generalmente in esso c’è più di altri che di proprio” (B. Pascal). Non copiare! La tentazione a volte è forte ma, oggigiorno, per individuare frasi o costruzioni “sospette” è sufficiente una banale ricerca su internet. Quindi, fai molta attenzione a prendere “in prestito” frasi d’altri, perché non c’è fine peggiore dell’essere confinati nell’affollato Regno degli Emuli.
4) “Solo gli stronzi usano parole volgari” (U. Eco). Molti credono che utilizzare parole volgari li proietti di diritto tra gli scrittori “maledetti” o tra coloro che “…scrivono ciò che pensano”. L’abuso di parole contrarie al (comune) buon costume non ci rende diversi, innovatori o alternativi ma manifesta, più semplicemente, una scarsa considerazione nei confronti di chi legge.
5)  “Lo scrittore originale non è quello che non imita nessuno, bensì quello che nessuno può imitare” (Chateaubriand). La scrittura può essere considerata un’estensione naturale della nostra personalità e, come tale, è per definizione unica e inimitabile. Non strafare, non barare e, soprattutto, non tentare di stupire gli altri se non sei in grado di stupire te stesso.
6) “L’ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare” (B. Pascal). Sì, il finale è importante, ma presuppone che qualcuno ci arrivi. Il successo di un libro dipende in gran parte dalla potenza espressiva del suo incipit: prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per scrivere il tuo romanzo, e almeno il doppio per trovare un avvio che sia efficace.
7) “I veri scrittori incontrano i loro personaggi solo dopo averli creati” (E. Canetti). Ma ciò non toglie che debbano essere creati  senza lasciare nulla al caso. Per creare un personaggio non basta dargli un nome, quindi, a meno che la tua non sia una scelta voluta, fa’ attenzione che le sue caratteristiche possano essere immaginate così nitidamente da trasmetterne una percezione quasi “reale”.
8) “La prosa è architettura, non decorazione d’interni” (E. Hemingway). Ogni scrittore ha il proprio modo di scrivere e questo è indiscutibile. Fermarti a riflettere sulla struttura di massima da dare al tuo romanzo (giusto per capire ciò che viene prima e ciò che viene dopo) non declassa affatto il tuo essere artista ma, al contrario, ti permette di risparmiare tempo nella costruzione degli eventi e nell’interazione tra i personaggi.
9)  “La semplicità è la gloria dell’espressione” (W. Withman). Chi scrive un libro (almeno in teoria) lo fa perché qualcuno lo legga. Inventare costruzioni sintattiche eccessivamente articolate o utilizzare parole desuete da un paio di secoli non ti caratterizza come “letterato” ma compromette soltanto le possibilità del lettore di giungere (vivo) al termine del tuo libro.
10) “La gloria o il merito di certi uomini è scrivere bene; di altri, non scrivere affatto” (J. de la Bruyère). La scrittura, diciamoci la verità, non è per tutti: se i tuoi amici eludono il discorso quando chiedi un parere sul tuo romanzo o fanno finta di parlare al cellulare pur di non risponderti, forse c’è qualcosa che non va. I corsi di scrittura, base o avanzati che siano, sono utili, ma solo ad affinare la tecnica o a “svegliare” lo scrittore innato che è in ognuno di noi. Se proprio non sente, lascialo dormire.

mercoledì 7 dicembre 2011

Impariamo a scrivere bene...troviamo l'ispirazione

Stavo cercando un video che parlasse sull'argomento "impariamo a scrivere" ed ho trovato un video di un vecchio film..direte voi cosa c'entra?? Guardatelo dal minuto 2:27 al minuto 4:20 vi spieghera' tante cose molto interessanti per scrivere un romanzo ovvero trovare l'ispirazione intorno a noi...perche' le storie ci sono, "basta" solo riuscirle a trovare.

domenica 4 dicembre 2011

Impariamo a scrivere bene :consigli di scrittura e formattazione

 


Come si scrive in italiano già l’abbiamo imparato dalle elementari, però, come ci si comporta quando si riporta il testo a computer per produrne una versione “dattilografata”, forse spesso ci sfugge, come può sfuggire il fatto che esistano delle regole ben precise per la buona formattazione del vostro testo.

Innanzitutto aprite il vostro editor testuale (che sia Word o OpenOffice o simili) e vi trovate di fronte a una pagina bianca, di norma in formato A4 con margini di default.

La prima domanda da porvi è a chi sarà destinato il vostro scritto? A un editore? A un agente letterario? Oppure vi autopubblicherete con un servizio di print on demand?
Insomma informatevi per cercare di capire se il destinatario del vostro manoscritto ha esigenze o richieste particolari. (spesso sul web potete trovare dei modelli preimpostati da utilizzare)

Solitamente si fa ricorso alla “Cartella tipografica” standard formata da 30 righe per 60 battute, per un totale di 1800 caratteri spazi inclusi.
(Potete fare il conteggio caratteri da Word selezionando: Strumenti > conteggio parole)
Un esempio può essere:
Pagina formato A4
Margini: superiore / inferiore 2,5 cm – sinistro / destro 3 cm
(questi parametri si definiscono dal menu File > Imposta pagina)
Carattere: Courier new – dimensione 12
Interlinea: 1,5 (si imposta dal menu Formato > Paragrafo)

Naturalmente le dimensioni variano al variare del carattere e qui sta a voi giocare un po’ con le misure per farci stare tutto, non è importante avere una cartella perfetta.
Se invece l’editore / stampatore vi dà delle indicazioni precise o dei modelli, basta seguire quelli e siete a posto ^^

Una volta che avete la vostra impaginazione pronta, si può cominciare a scrivere! YAY! (un po’ di entusiasmo ci vuole u.u)

Qui, oltre a rispettare le normali regole della lingua, ortografia e grammatica dovete tenere presente che (alcune cose saranno banali ma sempre meglio ribadirle):





* La lettera maiuscola si usa:
- a inizio frase
- dopo ogni punto, punto esclamativo e punto di domanda (non dopo le virgole o i due punti o il punto e virgola. Dopo i puntini si sospensione dipende dal contesto)
- per i nomi propri di persone, luoghi, monumenti e simili. (i nomi dei mesi e le nazionalità si scrivono in maiuscolo solo nella lingua inglese mentre in italiano sono minuscoli)

* È sconsigliato scrivere parole tutte in maiuscolo a meno che non si tratti di sigle. Nel caso si voglia dare una certa enfasi al discorso è preferibile usare il corsivo

* I numeri si scrivono in lettere ad eccezione delle date o dei numeri troppo lunghi e che verrebbero impronunciabili xD (tipo 143.989 si lascerà scritto in numero)

* Dopo ogni segno di punteggiatura ci vuole uno spazio. Per la precisione, il segno di punteggiatura va attaccato alla parola che precede e staccato dalla parola che segue. E questa è la regola obbligatoria, che vale anche per i puntini di sospensione (quindi si scriverà: Ciao, come stai? e non: Ciao,come stai … ? )

* Le virgolette, al contrario, vanno appiccicate alle parole contenute al loro interno (esempio: “Buongiorno! Mi chiamo Amilcare.”)

* I puntini di sospensione sono tre. Non sono due, non sono quindici… solo tre. Punto. Dopo i puntini di sospensione è a discrezione dell’autore decidere se la frase continua e quindi la lettera è minuscola o se inizia una nuova frase o un nuovo paragrafo e la lettera è maiuscola

* I dialoghi.
Per rendere il discorso diretto si possono usare:
- Le virgolette alte “…”
- Le virgolette basse «…»
- Il trattino lungo – …
(mi raccomando il trattino lungo e non quello corto come ho fatto io nei miei primi libri -.-“)
Le virgolette vanno sempre chiuse quando finisce il discorso. Il trattino lungo al contrario va lasciato aperto se la frase finisce e inizia un nuovo paragrafo.
Esempi:
“Ciao!” disse Paolo “Ti trovo bene!”
«Ciao!» disse Paolo «Ti trovo bene!»
– Ciao! – disse Paolo – Ti trovo bene!

* L’uso della punteggiatura dipende molto dal gusto personale dell’autore, per le regole generali vi rimando a >
QUESTO POST <

* Non usate segni di interpunzione combinati tra loro tipo !. o cose simili, al massimo sono concessi il punto di domanda e il punto esclamativo dopo i puntini di sospensione (esempi: “Di che stai parlando…?” oppure “Non ci posso credere…!”) oppure punto esclamativo e interrogativo insieme per dare una certa enfasi (esempio: “Hai mentito?!”), ma niente più di questo. Quindi evitate le sfilze infinite di punti esclamativi interrogativi tipo …….!!!!!!!???!?!?!?!

* Per fare una cosa più elegante si può impostare il rientro del paragrafo, ossia, ogni volta che premente il tasto “invio” creando un nuovo paragrafo, la prima riga rientrerà di alcuni millimetri. (solitamente cinque).
Per farlo basta selezionare: Formato > Paragrafo > Rientri – Speciale: prima riga – Rientra di 0,5 cm

* Nel caso doveste staccare due parti di testo che ad esempio descrivono scene diverse potete lasciare una riga bianca oppure riga bianca – tre asterischi centrati – riga bianca, in questo modo:

CITAZIONE
parte finale della scena.
* * *




Parte iniziale della nuova scena


* Accenti e apostrofi.
La lingua italiana ha delle regole ben precise sull’uso degli accenti e degli apostrofi e la nostra tastiera è fornita di tutte le lettere accentate che ci servono.
Non scrivete orrori del tipo: il sole e’ giallo, non farlo piu’ ecc.
Anche per le lettere accentate maiuscole esistono i caratteri corrispondenti basta andare a cercarli in: Inserisci > Simbolo

* L’apostrofo va scritto attaccato alle due parole che unisce quindi non lasciate spazi né prima né dopo. (tranne quando è in finale di parola) Quindi scriverete: l’ascensore – guarda un po’ qua, ecc.

* La E accentata può essere di due tipi: acuta (é) o grave (è), state attenti al corretto uso (vi aiuterà il correttore automatico per questo) si scrive: è, sé, né, perché, cioè, ecc.

* Ci sono monosillabi che vanno accentati e altri no. La regola è semplice: se la parola può essere confusa con un'altra, allora ci vuole l’accento. Esempi:
- vado da Paolo – il caldo mi dà fastidio
- non so cosa fare
- su qui e qua l’accento non va!
- non si sa
- più li guardo e più vorrei andarmene da lì
- la gomma è là sul tavolo
- sì hai ragione, si può fare!

* Ricordarsi sempre che con l’articolo UN al femminile ci vuole l’apostrofo davanti a vocale:
un gatto – una gatta – un amico – un’amica
(il motivo è che l’apostrofo indica l’elisione della lettera A)



Fonte http://scrittoridellalba.forumcommunity.net/