martedì 20 dicembre 2011

10 Consigli per scrivere un (potenziale) bestseller

Non abbiamo certo la presunzione di condizionare il tuo modo di scrivere ma desideriamo offrirti, attraverso le parole di personaggi più o meno noti (da Giusti a Pascal, da Canetti a Catone e non solo), dieci consigli che potrebbero essere utili a districare la matassa di pensieri che puntualmente si crea attorno alla fatidica domanda: “… e se scrivessi un romanzo?”.
1) “Il fare un libro e’ meno che niente / se il libro fatto non rifà la gente” (G. Giusti). Parti da questo principio: se chi leggerà il tuo (futuro) libro non resterà appagato da un valore emozionale aggiunto, sarà come se non l’avesse letto e, molto probabilmente, non ripeterà l’errore. Il primo pensiero di chiunque scriva (per il gusto di essere letto, ovviamente), dovrebbe essere: ho veramente qualcosa da dire?
2) “Se conosci bene l’argomento, le parole verranno” (Catone). Non penserai davvero che scrivere un libro significhi semplicemente scrivere! Leggere altri autori e documentarsi minuziosamente sugli argomenti dei quali tratterai è un fattore imprescindibile per creare un meccanismo letterario oliato e funzionante, indipendentemente dal genere scelto.
3) “Quando uno scrittore dice ‘il mio libro’, farebbe meglio a parlare del ‘nostro libro’, poiché generalmente in esso c’è più di altri che di proprio” (B. Pascal). Non copiare! La tentazione a volte è forte ma, oggigiorno, per individuare frasi o costruzioni “sospette” è sufficiente una banale ricerca su internet. Quindi, fai molta attenzione a prendere “in prestito” frasi d’altri, perché non c’è fine peggiore dell’essere confinati nell’affollato Regno degli Emuli.
4) “Solo gli stronzi usano parole volgari” (U. Eco). Molti credono che utilizzare parole volgari li proietti di diritto tra gli scrittori “maledetti” o tra coloro che “…scrivono ciò che pensano”. L’abuso di parole contrarie al (comune) buon costume non ci rende diversi, innovatori o alternativi ma manifesta, più semplicemente, una scarsa considerazione nei confronti di chi legge.
5)  “Lo scrittore originale non è quello che non imita nessuno, bensì quello che nessuno può imitare” (Chateaubriand). La scrittura può essere considerata un’estensione naturale della nostra personalità e, come tale, è per definizione unica e inimitabile. Non strafare, non barare e, soprattutto, non tentare di stupire gli altri se non sei in grado di stupire te stesso.
6) “L’ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare” (B. Pascal). Sì, il finale è importante, ma presuppone che qualcuno ci arrivi. Il successo di un libro dipende in gran parte dalla potenza espressiva del suo incipit: prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per scrivere il tuo romanzo, e almeno il doppio per trovare un avvio che sia efficace.
7) “I veri scrittori incontrano i loro personaggi solo dopo averli creati” (E. Canetti). Ma ciò non toglie che debbano essere creati  senza lasciare nulla al caso. Per creare un personaggio non basta dargli un nome, quindi, a meno che la tua non sia una scelta voluta, fa’ attenzione che le sue caratteristiche possano essere immaginate così nitidamente da trasmetterne una percezione quasi “reale”.
8) “La prosa è architettura, non decorazione d’interni” (E. Hemingway). Ogni scrittore ha il proprio modo di scrivere e questo è indiscutibile. Fermarti a riflettere sulla struttura di massima da dare al tuo romanzo (giusto per capire ciò che viene prima e ciò che viene dopo) non declassa affatto il tuo essere artista ma, al contrario, ti permette di risparmiare tempo nella costruzione degli eventi e nell’interazione tra i personaggi.
9)  “La semplicità è la gloria dell’espressione” (W. Withman). Chi scrive un libro (almeno in teoria) lo fa perché qualcuno lo legga. Inventare costruzioni sintattiche eccessivamente articolate o utilizzare parole desuete da un paio di secoli non ti caratterizza come “letterato” ma compromette soltanto le possibilità del lettore di giungere (vivo) al termine del tuo libro.
10) “La gloria o il merito di certi uomini è scrivere bene; di altri, non scrivere affatto” (J. de la Bruyère). La scrittura, diciamoci la verità, non è per tutti: se i tuoi amici eludono il discorso quando chiedi un parere sul tuo romanzo o fanno finta di parlare al cellulare pur di non risponderti, forse c’è qualcosa che non va. I corsi di scrittura, base o avanzati che siano, sono utili, ma solo ad affinare la tecnica o a “svegliare” lo scrittore innato che è in ognuno di noi. Se proprio non sente, lascialo dormire.

Nessun commento:

Posta un commento