martedì 17 dicembre 2013

I modi peggiori per iniziare un romanzo

snoopy_incipit


Nessuno legge più incipit degli agenti letterari. Sono loro quelli che stanno in prima linea, quelli costretti a spulciare tra pile di dattiloscritti sperando di trovare qualcosa di buono. Chi meglio di loro può dire quali sono le tecniche che non funzionano e gli incipit che hanno un non so che di “già visto”?


Ecco alcuni feedback rilasciati da agenti letterari su ciò che proprio non vogliono leggere nelle prime pagine. Fate attenzione!






False piste


“Odio quando il protagonista muore alla fine del primo capitolo. Perché ho dovuto spendere del tempo con questo personaggio? Mi sento presa in giro.”


Cricket Freeman, The August Agency






“Non mi piacciono quelle scene di apertura in cui tutto sembra reale poi ci si rende conto che è un sogno. È una fregatura. Neanche tanto originale per altro.”


Laurie McLean, Foreword Literary






Fantascienza


“Avete presente quei racconti sci-fi dove le prime due pagine sono dedicate alla minuziosa descrizione del paesaggio circostante? Semplicemente insopportabili.”


Chip MacGregor, MacGregor Literary






Prologo


“Non amo i prologhi, preferisco ritrovarmi subito nel bel mezzo dell’azione piuttosto che dovergli girare intorno accompagnata dell’autore.”


Michelle Andelman, Regal Literary






“È un dato di fatto che gli agenti letterari non amino i prologhi. In fondo, cosa c’è di meglio di un primo capitolo rilevante e ben scritto?”


Andrea Brown, Andrea Brown Literary Agency






“Il prologo è la tattica che usano gli scrittori pigri per cercare di ingolosire il lettore con assaggini di trama. Al diavolo il prologo: barra dritta e avanti tutta!”


Laurie McLean, Foreword Literary






Descrizioni


“Il (aggettivo) (aggettivo) sole si alzò nel (aggettivo) (aggettivo) cielo, spargendo la sua (aggettivo) luce attraverso la (aggettivo) (aggettivo) (aggettivo) pianura.”


Chip MacGregor, MacGregor Literary






“Odio le descrizioni dei personaggi vergate come la lista della spesa: “Aveva occhi del colore del cielo estivo e lunghi capelli biondi che le scendevano a boccoletti oltre le spalle. Il suo piccolo naso aveva una forma perfetta e si incastonava nell’ovale del volto. Il vestito azzurro metteva in mostra bottoni madreperlacei e bla bla bla. Chi se ne frega! Andiamo al sodo.”


Laurie McLean, Foreword Literary






Incipit troppo lenti


“Dove ci sono quei personaggi che si muovono in giro per casa e fanno piccole cose. Tante piccole cose. Tantissime piccole cose. Cioè in pratica niente. Lavano i piatti e riflettono. Guardano fuori dalla finestra e riflettono. Si allacciano le scarpe e riflettono. Oddio, che morte lenta.”


Dan Lazar, Writers House






“Non mi piacciono quegli inizi tipo “Il primo giorno di scuola”, “Dai tempi dei tempi”, “C’era una volta”, cioè in sostanza non mi piacciono quegli inizi dove non succede niente.”


Jessica Regel, Found Literary + Media






Crime fiction


“Qualcuno appena uscito da una sbronza strizza gli occhi guardando il sole. Già visto, avanti un altro.”


Chip MacGregor, MacGregor Literary






Fantasy


“Uno dei cliché del genere è aprire il romanzo con una battaglia (e la mia domanda è: se non conosco ancora nessuno dei personaggi perché questa battaglia dovrebbe interessarmi?) o con una scena bucolica in cui il protagonista raccoglie delle erbe (non avete idea di quanto sia frequente).”


Kristin Nelson, Nelson Literary






Narrazione


“Lo so che può sembrare una cosa ovvia ma la ridico: se nelle prime pagine c’è troppo “raccontare” rispetto a “mostrare”, è un segnale di avvertimento. Il primo capitolo non deve essere una mappa del libro; lo scopo è incuriosire i lettori riguardo ai personaggi, a quello che potrebbe accadere, non bisogna spiegare la rava e la fava di dove ci troviamo, come, quando e perché.”


Emily Sylvan Kim, Prospect Agency






“Un incipit totalmente pretestuoso mi fa andare fuori di testa. È vero che si dice “Aprite con un gancio per attirare l’attenzione del lettore”, ma c’è una differenza tra un’idea intrigante e un’idea stupida. Ad esempio, iniziare un romanzo con un dialogo tra due che stanno facendo sesso è una di quelle cose che ti fa dire “Ma perché?”.”


Daniel Lazar, Writers House






“Non mi piacciono i romanzi che si aprono con la frase “Mi chiamo…”. Ci sono modi più sofisticati per introdurre il narratore, per stabilire una connessione con il lettore.”


Michelle Andelman, Regal Literary






Romance


“Non posso proprio sopportare questo: una donna si sveglia, trova uno sconosciuto nella sua stanza da letto e automaticamente lo trova attraente. Mi spiace eh, ma se succedesse a me, la prima cosa che mi verrebbe in mente sarebbe quella di scappare, non di farci un pensierino sopra.”


Kristine Nelson, Nelson Literary Agency






Personaggi


“Non c’è bisogno di spiegare tutti i retroscena per far capire chi sono i personaggi. La storia che si portano dietro si manifesta in quello che fanno, è nel loro DNA.”


Adam Chromy, Movable Type Management






“Un romanzo che si apre col protagonista che riflette sulla sua situazione è un segnale d’allarme. Allarme noia.”


Stephany Evans, FinePrint Literary Management






“Uno dei problemi più grossi è quando l’autore ci vuol fare sapere tutto (e subito) dei suoi personaggi. Ma non è così, è come nella vita reale: conoscere le persone e i dettagli che li riguardano è una cosa che richiede tempo.”


Rachelle Gardner, Books & Such Literary


The Worst Ways to Begin your Novel: Advice from Literary Agents, originariamente pubblicato su thewritelife.com.
Traduzione a cura di Alberto Forni

sabato 7 dicembre 2013

Caro Babbo Natale sono 50 anni che non ti scrivo...




ma quest’anno ho bisogno di te e di una valanga di regali. Tranquillo!

Non voglio niente di impossibile, lo so che per la pace nel mondo ed altre richieste planetarie, con le quali ti stonano i cabasisi da centinaia di anni, non puoi fare nulla… Il fatto è che inizio ad avere qualche esigenza: Questo l’elenco dei miei desideri: Vorrei essere meno ingenua (e che cavolo a 50 anni dovrei avere imparato!).

Vorrei essere un po’ più perfida. Vorrei il cuore un po’ più duro.

Vorrei imparare a dire di no. Vorrei meno sensi di colpa, sopratutto quelli immotivati! Vorrei la lingua biforcuta. Vorrei la risposta pronta. Vorrei eliminare il difetto di considerare gli altri sempre in buonafede. Vorrei meno malumori (vabbè facciamo finta di… e continuiamo a chiamarli malumori…) Vorrei essere meno “incavolata”.

Vorrei diventare invisibile per 5 minuti (giusto il tempo di prendere a calci qualcuno.

Vorrei giornate di 36/48 ore.

Vorrei dormire solo due ore per notte e saziarmi di sonno.

Vorrei indietro tutti e 2 i miei genitori anche solo per una notte. Vorrei, anche solo per pochi minuti, che il Natale avesse il profumo speciale di quando ero bambina. Ecco, questa è la mia lista…e siccome sto cominciando a far pratica se non mi accontenti ti denuncio per sfruttamento del lavoro minorile, metto l’attack nella serratura del garage della slitta, taglio la punta delle orecchie a tutti i tuoi elfi, ti sparo un effetto serra da paura che te ne andrai in giro in bermuda e canottiera e ti mando l’intera classe politica italiana, quella appena nata e che tu ancora non conosci a governare il Polo Nord…Tiè! …

e ti posso assicurare che incomincerebbero i guai anche a Rovaniemi.. …uomo avvisato, mezzo salvato.. ; (web)